"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei."

Oracolo di Delfi

venerdì 25 luglio 2014

Mi ha lasciato e non so perché... andava tutto bene!

"Mi ha lasciato ma andava tutto bene, chiedi perché ai Tarocchi"

Non potete neppure immaginare quanti consulti di cartomanzia iniziano con questa domanda!
La prima reazione, la più spontanea, è cercare di capire le motivazioni di un abbandono ma il guaio è che ce lo chiediamo sempre quando l'allontanamento è già successo.
Nel cercare di comprendere le motivazioni di una separazione 'senza motivo' apparente, una di quelle separazioni che sembrano giungere come un lampo a ciel sereno, la prima cosa cui pensiamo è un motivo esterno alla coppia e, a volte, è vero.




Per molte persone avere un amante è quasi uno sport, un hobby, un passatempo. Sono persone realmente convinte che congiungersi carnalmente con qualcuno diverso dal proprio partner dia un po' di pepe alla propria vita e, in fondo, non sia un vero e proprio tradimento; è solo un attimo di novità che dà i brividi come lanciarsi col parapendio o fare una discesa di rafting. Questo tipo di persone non lascia il partner e, finito il momento ludico, torna sempre a casa.
Diverso il discorso per chi decide che la persona con cui sta non è più quella giusta e, forte di questa decisione, la lascia, senza se e senza ma.
Il più delle volte, purtroppo, c'è già qualcun altro che, seduto in macchina, aspetta di veder scendere il proprio nuovo amore con le valige che insieme caricheranno nel bagagliaio per poi partire verso la loro nuova destinazione.
A fronte di questa situazione, chi viene lasciato punta tutta la sua attenzione sul terzo incomodo dandogli responsabilità che, in realtà, non ha. Sembra quasi che il partner che ci ha lasciato sia un burattino che altri possono gestire inducendolo a gesti ed azioni che non vorrebbe fare ma, se così fosse, vorrebbe dire che per anni avete amato un imbecille incapace di decidere per se stesso.
Ma quando Mai! 
Chi se ne va, sa perfettamente ciò che sta facendo ed è assolutamente padrone di se stesso e delle circostanze anche se, forse, non ha capito fino in fondo le motivazioni delle proprie scelte.
Quella descritta è una situazione che può insorgere, escludendo i casi di coloro che passano di fiore in fiore come le farfalle, solo in coppie che stanno insieme da molti anni.
Nelle coppia di lunga data, se non si è attenti e presenti al vivere quotidiano, si perde la conoscenza del partner dando per scontato di conoscerlo, dimenticando che, ognuno di noi, è un mondo in continua evoluzione e, giorno dopo giorno, cambiamo anche in base alle esperienze che la vita ci offre.
La presunzione di avere la situazione sotto controllo, i problemi di vita in comune, il carico di lavoro, l'educazione dei figli e l'abitudine alla presenza dell'altro ci rendono particolarmente disattenti ed è proprio questa disattenzione che innesca l'allontanamento.
Esiste un momento in cui il nostro partner, magari inconsapevolmente, richiede la nostra attenzione ed una presenza più vitale al rapporto di coppia ma, presi dalle tante incombenze quotidiane, o non ce ne accorgiamo neppure o derubrichiamo quella richiesta come un capriccio momentaneo che non vale la pena di essere accolto.
Fatta la frittata!
Quando non percepiamo e non diamo risposte alle richieste che nascono dall'essere più profondo della persona che diciamo di amare e che abbiamo scelto 'per la vita', senza neppure accorgercene, lo invitiamo a cercare altrove ciò che gli serve. 
Il nostro partner inizierà a sentirsi isolato, poco amato ed estremamente solo e, senza neppure rendersene conto, aprirà le porte del suo essere ad un nuovo incontro destinato a colmare le lacune che abbiamo sottovalutato.
Se non siamo effettivamente presenti alla vita del partner ma pensiamo di dargli ciò di cui abbisogna senza chiederci se per lui è sufficiente, ci condanniamo ad essere lasciati e, in questo caso non ci sarà possibilità di ritorno perché il suo allontanamento non sarà una sbandata momentanea ma la concretizzazione di un nuovo amore che cancella definitivamente l'amore passato.
Magari rimarrà un grande affetto ma l'amore si è estinto ed è stato sostituito da un nuovo amore che, proprio perché nuovo, non si baserà su una conoscenza passata e sarà sicuramente più coinvolgente.
Quindi, non stupitevi se alla domanda: "mi ha lasciato ma andava tutto bene dimmi perché" il cartomante, dopo aver girato le sue carte, vi dovrà dire che se n'è andato perché non si sentiva più amato e non perché è arrivato un essere spregevole che ve lo ha rapito.

giovedì 17 luglio 2014

Anna Oxa - Quando nasce un amore





Quando nasce un amore è un momento unico e irripetibile fatto di grandi sensazioni che innescano emozioni forti che non si riesce a trattenere.

Quando nasce un amore l'unica cosa possibile è viverlo senza ieri e, soprattutto senza domani per renderlo tanto forte da resistere ai danni del tempo e del vivere per far sì che diventi un amore 'per sempre'

lunedì 14 luglio 2014

Tarocchi amore: le 'furbate' aiutano l'amore?

"La conoscenza viene acquisita imparando; la fiducia dubitando; la destrezza con la pratica; e l'amore con l'amore." T. S. Szasz




Tarocchi amore: le 'furbate' aiutano l'amore?
A volte si pensa che scaltrezza e calcolo che confezionano le 'furbate' aiutino in amore e, grazie a questa dubitabile credenza, ci si impegna tenacemente nell'ideare, pianificare e mettere in atto comportamenti che superano di gran lunga i copioni di molti film.
Risultato? il più delle volte fallimentare e controproducente!
Molti i motivi del fallimento ma quello più rimarchevole è il voler a tutti i costi che l'altro pensi ed agisca esattamente come vogliamo noi e questo sottintende una volontà di manipolazione che nulla può aver a che fare con l'amore nell'accezione più alta del temine.
L'amore è come un'onda che spinta da forza inspiegabile razionalmente investe e ricolma un essere umano e, da questo, si irradia verso l'essere amato. Non c'è ragione, non c'è volontà, non c'è spiegazione e, soprattutto, non c'è sforzo.
Quando l'amore agisce all'interno di una persona verso un'altra non c'è assolutamente bisogno di richiedere qualcosa poiché il qualcosa lo si fà spontaneamente.
Se amo veramente qualcuno ho voglia, addirittura bisogno, di esprimerglielo con ogni mezzo: il gesto, la parola, il pensiero, l'azione.
Se amo veramente una persona ho desiderio di stare in contatto con lei il più possibile e, se non posso di persona, cerco di farlo attraverso i vari mezzi che la tecnologia mette a disposizione. Gli amanti (intesi come due che si amano e non come due che tradiscono i rispettivi consorti!) sono in comunicazione continua anche a livello intuitivo ed ognuno di loro sente la presenza dell'altro anche se quest'ultimo è a migliaia di chilometri.
Quando l'amore c'è non si pensano le 'furbate' perché non ce n'è bisogno!
Conseguenza logica della frase precedente è che se quando l'amore c'è le 'furbate' non servono, quando incominciamo a pensarle è perché l'amore sta iniziando a svanire o è già andato del tutto.
In tutte le coppie che si amano possono capitare momenti in cui uno dei due non è presente al 100% al rapporto ma, su questa assenza, possono pesare vari problemi di vita che lo distraggono; se l'essere amato è in piena crisi e pur di non perdere il lavoro dedica tutte le sue energie alla soluzione dei problemi c'è un motivo serio e, per un breve periodo di tempo, il rapporto d'amore passa in secondo piano. Se il periodo di assenza si prolunga troppo allora è giunto il momento di parlare.
Parlare vuol dire comunicare con onestà il proprio malessere in rapporto all'assenza che sentiamo e che vorremmo superare con il ritorno di comportamenti e sensazioni che ci fanno stare bene.
Se, nonostante il nostro comunicare veritiero ed onesto, l'altro continua a mantenere un atteggiamento distaccato possiamo iniziare a pensare che il suo interesse per noi si stia affievolendo ma è proprio in questo caso specifico che dobbiamo tener duro e non cedere alla tentazione di mettere in atto comportamenti falsi e furbeschi che dovrebbero aiutarci a risvegliare in lui l'interesse sopito e, a volte, completamente finito.
Piccolo esempio: a cosa serve chiedere: "ma tu mi ami?" se poi, anche a fronte ad una sua risposta positiva, ci assale il dubbio che ci abbia riconfermato di amarci solo perché glielo abbiamo chiesto?
Nello stesso modo a cosa serve credere alle sue affermazioni di amore eterno se poi, nei fatti, è assente? 
Non ci è dato di poter costringere qualcuno ad amarci se l'amore non c'è o non c'è più. Non riusciremmo nel nostro intento neppure se ci rivolgessimo al miglior stratega del mondo.
L'unico modo per sentirci veramente amati è che l'altro ci ami sul serio ma se questo suo amore verso di noi non c'è o non c'è più, non può inventarselo e, quindi, non può darcelo perché non ce l'ha e tutte le 'furbate' di questo mondo non potranno far cambiare questa realtà.






giovedì 10 luglio 2014

Arrendersi... intesa nel modo giusto non è una parolaccia!

Arrendersi è parola che mette i brividi se non pensiamo a cosa vuol dire seriamente!



La parola "arrendersi" è diventata per noi sinonimo di disfatta, perdita, fallimento; ormai, nel nostro moderno sentire comune, pensiamo che arrendersi sia una vigliaccata ma siamo sicuri che sia proprio così?
Proviamo a valutare bene cosa sia insito nell'atto dell'arrendersi.
La constatazione è che viviamo in una società che ci condiziona fortemente ed uno dei condizionamenti peggiori cui siamo sottoposti fin da piccola età è il credere che più facciamo, più otteniamo.
Spronare le persone ad essere attive è cosa buona e saggia perché nulla si può fare senza una buona volontà, un saper fare ed il materiale occorrente ma, il "voglio quindi posso" è un azzardo soprattutto se ciò che vogliamo non dipende solo da noi.
A mio giudizio, meglio sarebbe: "voglio quindi ci provo con tutte le mie forze e magari ci riesco".
Quando incappiamo in situazioni difficili, soprattutto in amore, pensiamo che, se volere è potere, possiamo gestire non solo la nostra parte di rapporto ma anche quella della persona che amiamo e, forti di questo credo, senza forse neppure accorgercene, iniziamo un durissimo lavoro che, il più delle volte, porta solo allo sfinimento.
Lottiamo tenacemente e costantemente, ci mettiamo tutta la nostra energia, ad ogni fallimento studiamo un'altra strada e poi la percorriamo cocciutamente ma, alla fine, siamo solo stremati ed inermi.
Così facendo, non solo sfiniamo noi stessi in una lotta titanica ma, il più delle volte, sfiniamo anche il partner ed il rapporto con il risultato che non solo non abbiamo ottenuto ciò che volevamo, ma, anzi, abbiamo distrutto anche quello che teneva in piedi il rapporto e, cioè, l'amore.



Richard Bach, si, proprio quello del "Il Gabbiano Jonathan Livingston", in un altro dei suoi libri "Le ali del tempo",  ha magistralmente espresso un grande concetto in una piccola frase: "A volte, l'unico modo per vincere è arrendersi".
Se, dopo averci ostinatamente provato, ci rendiamo conto che non ci è proprio possibile modificare ciò che non ci sta bene, arrendersi non è da considerarsi atto di fuga vigliacco ma, piuttosto, è un atto saggio nato dall'attenta valutazione dei fatti in essere. Insistere nei tentativi sarebbe assolutamente deleterio sia per noi, sia per la situazione. Sarebbe un po' come giungere sul bordo di un precipizio e, non volendo prendere atto del vuoto, continuare imperterriti a camminare con l'unico risultato che, per non aver voluto fermarci, ci siamo sfracellati al suolo.
Moltissime sono le situazioni in cui vorremmo che le cose andassero in un verso a noi gradito ma non sempre il risultato finale dipende solo da noi.
Insistere nel tentativo spasmodico di armonizzare le situazioni a nostro insindacabile piacimento, portato all'eccesso, è inutile e dannoso e, in molti casi, ci costringe a dire o a fare cose che fanno urlare vendetta alla nostra dignità.
Meglio arrendersi ritrovando in noi la calma e la serenità che ci permettano di accettare compromessi dignitosi e soddisfacenti anche se non giungono ai traguardi che avremmo voluto raggiungere o, di liberarci decisamente e definitivamente di ciò che sappiamo già non essere ciò che avremmo voluto.
Saltiamo! ma non nel precipizio che non abbiamo voluto vedere ma di gioia nel ritrovare una serenità di vita che per troppo tempo ci è mancata.
Arrendersi a ciò che è nei fatti senza inseguire spasmodicamente ed ossessivamente chimere irraggiungibili è un atto liberatorio che taglia le catene da noi stessi volute e ci ridà la gioia di vivere liberi e felici.